
Prima di vedere questa esposizione, apprezzavo Araki, ma non così tanto.
Dopo aver visto Gold ho capito la sua "bulimia" d'immagini, la necessità al limite del morboso di fotografare tutto ciò che vede.
Dopo la mostra ho pensato molto al suo metodo, al suo lavoro; ho iniziato ad osare di più, ora credo in un'istantanea, le attribuisco un valore che prima sottovalutavo; ero sempre concentrata su foto costruite con luci artificiali in studio. Cercavo, guardavo, ma non mi lasciavo mai andare ad uno scatto rubato, oppure ad uno che mi rappresentasse veramente in quel momento.
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